Un gol per l’inclusione sociale

La Fondazione Artemio Franchi prenderà parte in qualità di sponsor al progetto “Un gol per l’inclusione sociale”, un’iniziativa promossa dalla Unione Polisportiva Isolotto 1974 in collaborazione con il Comune di Firenze, il Quartiere 4, l’associazione Trisomia21, il settore giovanile scolastico Figc Toscana e la Lega Nazionale Dilettanti Figc Toscana.

Il progetto-pilota coinvolgerà nel primo anno (2015/2016) 10 tra bambini e ragazzi, offrendo la possibilità ai giovani con disabilità intellettiva di sperimentare il gioco del calcio insieme ai loro coetanei normodotati.

Un’esperienza che vedrà i 10 partecipanti assistiti da professionisti (una pedagogista coordinatrice delle attività socio educative, un insegnante specializzato polivalente, uno psicologo, uno Psicomotricista, un Fisioterapista, oltre a istruttori),e che si inserisce in un contesto di forte aggregazione sociale, simile a quello promosso dalla “Totti Soccer School”, una delle scuole calcio italiane che per prime in Italia hanno sviluppato il calcio integrato.

“Abbiamo accolto con piacere l’invito della Unione Polisportiva Isolotto 1974 a partecipare al progetto in qualità di sponsor – ha affermato nel corso della conferenza stampa Franco Torrini, Segretario Generale della Fondazione Artemio Franchi – La nostra Fondazione, definita proprio ieri dal presidente del CONI Giovanni Malagò un patrimonio morale dello sport, ha l’obiettivo, tramite il proprio Osservatorio Etica e Sport, qui rappresentato da Paolo Mangini e Claudia Valiani Renzetti, di stimolare con studi, ricerche e iniziative propositive, l’attività dei ragazzi normodotati che praticano lo sport, anche nelle variegate accezioni sociali, affinché possano essere loro stessi i testimoni e i divulgatori di quei valori di etica e di cultura sportiva che Artemio Franchi ha sempre difeso”.

Alla conferenza stampa di presentazione del progetto ha preso parte, tra gli altri. l’Assessore allo Sport del Comune di Firenze Andrea Vannucci che ha lodato questo progetto che “parte da un quartiere molto partecipato e sportivo” e che è certamente un “modo per dimostrare ancora una volta come si intende lo sport in questa città, ovvero come un diritto di cittadinanza con un carattere profondamente inclusivo, accogliente e democratico. Un’iniziativa che punta a integrare la disabilità lanciando un messaggio di coinvolgimento e divertimento e facendo un gran bene alla socialità della città”, ha aggiunto Vannucci.

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